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L’altro giorno ero in ritardo, così ho deciso di mettere il the nel thermos che mi aveva regalato lui (l’unico che possiedo tra l’altro “te lo regalo perchè so che ti piace il the, così te lo puoi portare al lavoro”). L’avevo messo nel mobile sotto la cucina ma non c’era. Cerco in tutte le ante e finalmente lo trovo. Perchè la mia coinquilina lo ha spostato? Perchè lo ha rotto. Almeno dimmelo no? Si è rotto il pezzo dentro, quello che fa in modo che i liquidi rimangano caldi. Bene. Rotto il thermos come rotto il mio cuore. L’ho infilato così, con tutta la plastica dentro il pattume, ma quando sono tornata a casa l’ho tirato fuori e messo via in un altro mobile. Dovrò dividere la plastica dal resto. O forse non me ne voglio separare.

Ieri sera l’ho visto in un locale. E’ stato freddo. Così freddo che forse è stato un bene, così non mi ci sono potuta attaccare, ancora. Non è passato nemmeno un mese da quando siamo tornati dal Giappone e non sono passate nemmeno due settimane da quando lui è venuto sotto casa mia a chiedermi come stavo, per poi parlare due ore e discutere sulla vacanza su chi l’aveva rovinata a chi. Poi me ne stavo andando e una tizia (avrà avuto nemmeno 20 anni) lo puntava, dandogli pure i bacini sul collo. Lui non pareva prestarle troppa attenzione. Questa comunque è l’immagine che ho in mente da quando sono andata a letto.

Adesso sto pulendo casa. Tutte le stanze, tranne la mia. Non voglio trovare l’antenna che avevo messo via prima di partire, perchè non voglio accendere la televisione che lui mi ha regalato. Non voglio mettere a posto i vestiti perchè non voglio aprire l’armadio dove dentro ci sono tutte le nostre foto che avevo messo via perchè avevo paura che la micia me le distruggesse.

Mi manca. Mi manca immensamente. Non smetto di piangere, ho ricominciato a fumare, mangio poco. Ma tra di noi le cose non potrebbero più funzionare. C’è chi dice che viaggiamo su due binari diversi ma io ritengo che se io facessi di tutto per andargli incontro, lui non farebbe altrettanto per venire incontro a me. Per quello mi ha lasciata.

Vorrei fuggire lontano, domani. Ora però vado a pulire il bagno.

Prima sentire una fitta al cuore, poi trovarsi a piangere in mezzo a tanta gente, sentirsi toccati profondamente da queste parole, dolci e malinconiche, ma che fanno male da morire perchè te le senti dentro come fossero tue.

Lasciami qui
Lasciami stare
Lasciami così
Non dire una parola che
Non sia d’amore
Per me
Per la mia vita che
È tutto quello che ho
È tutto quello che io ho e non è ancora
Finita
Finita…

Non sto bene, ma non fisicamente.

Certo, sono dimagrita e qualcuno mi ha detto che si vedono le ossa (esagerato), ho momenti di sconforto continui, crisi di pianto. Mangio poco questo è vero, ma da quando sono vegetariana il mio stomaco e il mio corpo si sono abituati a ricevere il giusto e quindi mi sazio quasi subito e non mi abbuffo mai. Purtroppo poi da qualche giorno dormo poco. Se c’era una cosa che mi faceva stare bene era continuare a dormire regolarmente.

Lo so che c’è di peggio ad essere lasciati. Tipo che mio zio è diventato ufficialmente malato terminale.

Forse durante la giornata di ieri non era il caso di bere 3 caffè e prima di andare a letto mangiare i wafer al cacao e fumare una sigaretta. Poi te lo credo che dormo con la tachicardia e mi sveglio alle 6 che ho voglia di essere iperattiva.

Ho qualcosa in mente. Mi sa tanto di fuga ma sento il bisogno di dare una svolta alla mia vita. Mi sono data tempo massimo due settimane per decidere, già ieri ho fatto il primo piccolo passo. Vedremo.

Pare giusto che dovrò sbattere la testa al muro finchè non si rompe, eh? O forse mi dovrò rompere anche qualcos’altro. Il cuore mi sà che si è sbriciolato, di nuovo.

Era ora! Finalmente faccio il mio lavoro! Oggi ho dato l’ok dell’ultimo catalogo della stagione, posso respirare un pochino, anche se dalla prossima settimana si ricomincia con qualcos’altro, sono pure indietro con la newsletter dei mercatini di Natale, mannaggia! Per adesso il mio ufficio è in cassa integrazione con -6 ore a settimana.

Il mio tempo libero? Iperattività. Troppa. Non sto un attimo ferma. Il corso di fotografia sta andando alla grande, peccato mi si sia rotto il pc da un mese ed è un mese che giro e brigo per decidere quale prendere, oggi finalmente ho deciso! Domani avrò 600 euro in meno nel portafoglio ma per lo meno riesco a lavorare alle mie foto senza dover farlo di sgamo a lavorare o col mac della mia coinquilina per 5 minuti a sera.

Con MICIOTTO va sempre meglio, sono così felice, siamo innamorati ma tra i miei e i suoi impegni ci vediamo pochissimo, spero di non fare lo stesso errore di evitare il mio amato gruppo di teatro come ho fatto quando mi son lasciata con “quello dei 7 anni” perchè stavo male e cercavo altri stimoli, e lui deve fare lo stesso con le sue due squadre (basket e calcio). Ovviamente ci sono gli amici, mi faccio sempre in quattro per stare sempre con tutti, aggiornarmi con le amiche sparse per la provincia, un sacco di loro è andata a convivere, io mi sento di rimanere indietro, ma non per quello, non mi importa, adesso sono felice, non so cosa sia, preferisco vivermi la mia neonata storia e coltivarmela piuttosto che fare il passo più lungo della gamba e prendere decisioni affrettate.

Intanto questo weekend han messo brutto ovunque e temperature gelide, odio il freddo (ma non quando sono sotto al piumone con la persona che amo), però era in previsione di andare al lago e Gardaland addobbata stile Halloween. Io la mia migliore amica e i nostri due tesori. Sperom!

image

Appartenere a qualcuno significa entrare con la propria idea di lui o di lei e farne un sospiro di felicità.

(Alda Merini)

Stamattina mi è capitata davanti agli occhi la foto di Demi Moore rapata in “Soldato Jane” e questo mi ha ricondotto alla canzone di Annie Lennox usata come colonna sonora di un altro film della Moore: “Streaptease”.

Non ho visto nessuno dei due, se non alcuni spezzoni. Istintivamente tramite sinapsi particolari nel mio cervello, ho accostato il tipo di femminilità di queste due donne, e ho pensato di conseguenza al mio. Del fatto che fondamentalmente sono un maschiaccio e che adoro stare in braghe larghe e scarpe Etnies come quando stavo con lo skater e avevo i dreadlocks . Ma anche del fatto che ogni tanto mi metto i vestitini e i tacchi e che mi fanno i complimenti perché so essere anche femminile (Oggi sono in jeans e tacchi). Ma non volevo parlare di questo. In realtà non so di cosa volevo parlare, ho visto la foto e mi sono balenate in testa mille argomenti. Vuoi vedere che è perché la cara Demi Moore se la faceva con uno più giovane di lei? E mi faccio le paranoie che la mia storia possa già finire come la loro? Boh, paranoie di un lunedi pomeriggio grigio e “umidoso” come questo.

Stanotte ho fatto anche un incubo. Ciò ha contribuito a rendere il mio lunedì ancor più grigio. Ho sognato che delle donne dovevano ammazzare altre donne, probabilmente arabe (avevano dei vestiti bordeaux con la testa coperta), A “FREDDO”: con pistole. Le donne “arabe” erano tutte in fila e quelle “occidentali” avevano delle espressioni quasi di compiacimento in quello che dovevano fare. Dicono che i sogni sono rielaborazioni di ciò che si è fatto/pensato durante la giornata, ma questo non me lo spiego. Mi è rimasto un po’ impresso e mi ha messo un po’ d’ansia. Chissà cosa vuol dire, chissà cosa direbbe Freud!

Freeeeuud! Non ti rivoltare nella tomba, aiutami!

No, niente robe ufficiali, proposte di matrimonio o anelli. Ma io e il “miciotto” ci siamo messi insieme. Si, come due adolescenti. Si, me la vivo così. Si, ho paura. Ma si, mi butto.
Sono felice, mi voglio godere questo momento e non voglio rovinarlo per niente al mondo. Lui è più piccolo di me, quindi la paura è dovuta anche a quello, al fatto che io ho già 32 anni, e dopo una storia di 7 (di cui uno di convivenza) è normale pensare che “l’orologio biologico” (espressione che io abolirei immediatamente) segni “la mia ora”. Bah. Non credo che pianificare la propria vita sia roba da me. Non credo che pianificare la vita sia roba!
Ultimamente credo nei segni. Sono successe troppe cose che mi fanno pensare che se le cose succedono, è per un motivo. Io ne sono un esempio lampante e anche ciò che è successo alla mia migliore amica lo è.
Povera, lei si che ne ha passate (e ne sta passando) di tutti i colori. Ma anche lei la vedo (abbastanza) felice ora.
La felicità è una cosa troppo rara e se c’è un minimo accenno di essa, va colta e immediatamente!
Vado a mandare un sms al mio miciotto, non sia mai che cuore-sole-amore-arcobaleni spariscano da un momento all’altro! (faccina con la lingua).

Stamattina ho trovato questa mail nella cartella “spam”:

Buongiorno! come stai oggi? forse siete sorpresi la mia messaggio. Mi sono recata all’ compagnia di incontri dove mi hanno domandato degli uomini che mi attirano, poi mi hanno proposto di scrivere a te tramite posta elettronica. Il mio nome e’ Lena. I – donna piuttosto semplice. Io so quello che voglio e dove voglio andare.
Ho necessariamente fare tutte il mio di base che la societa si aspetta che seguiremo da laurea all’universita, avere un buon lavoro, per comprare una casa. L’unica cosa che ho no trovata una uomo con cui condividere la mia amore.
Ecco, alcune delle cose che mi piace faccio: leggere, correre,parlare con gli amici, imparare cose nuove, arte, cucinare, comunicazione nuove persone, fare piani per migliorare le condizioni abitative, andare al cinema… Vorrei che il mio futuro uomo di essere muscolare e forte, sicuro di se, romantico, la comprensione, attento…
aggiunto anche un paio di foto. Spero esserti piaciuta.
Aspetto tua lettera.

La mia email: ……

Saluti!

Per la cronaca: non c’era nessuna foto allegata. Come diceva qualcuno:
“Ci hanno davvero preso tutto!”

Sicuramente ho già parlato mille volte di questo argomento, ma forse quando stavo male. In questo momento mi sento di stare (abbastanza) bene. Mi fa strano dover aver bisogno di qualcun altro per stare bene, e già qui inizio a farmi le paranoie. Sono una persona che ha sempre millantato il fatto di avere una personalità forte, forse troppa. Ma poi, è un difetto? Tutti abbiamo una personalità, solo che c’è chi come me la tira fuori prepotentemente (involontariamente, per carattere), c’è chi è più chiuso, ma non necessariamente vuol dire che ha poca personalità (anche se sinceramente le persone chiuse che conosco, mio fratello in primis, non le ho mai sentite esprimere una opinione che sia una). Sto divagando. Sono brava ultimamente a farlo quando non voglio affrontare la realtà. Ma sono convinta che esprimere i propri limiti aiuti se non a capirli, per lo meno ad affrontarli.

Io sono una persona con pochissima autostima. È dalle medie che mi porto dietro questa insicurezza perenne che non riesco a superare. Ed è il mio obiettivo della vita, se così si può dire. Ci provo con il mio carattere esuberante, con la mia personalità, ultimamente con l’ironia, e quando ci riesco, con la bellezza. Ma mi sento sempre INADEGUATA. Vorrei essere più ironica, e non ci riesco, vorrei parlare meglio e non ci riesco, vorrei scrivere meglio e non ci riesco. Mi metto carina, mi fanno i complimenti, poi mi guardo allo specchio il giorno dopo o vedo una foto venuta male e mi sento un cesso. So che tutto questo non ha senso. So che colpisco molte persone in positivo lungo la mia strada, ma se qualcosa va storto: una parola, un gesto sbagliato, la colpa deve necessariamente essere mia. Io sbaglio sempre. Mi do sempre tutte le colpe. Mi chiedo cosa c’è che non va in me e perché sono così. Lo so di essere una bella ragazza, lo so di avere tante cose da dire, lo so di avere tanti interessi, ma non so il perché, mi sento lo stesso sempre mediocre.

Potrei essere PIU’ DI TUTTO CIO’. Ma non ci riesco. Forse non ci provo? Eppure mi sembra di si. Ho anche pensato di parlare con qualcuno di più esperto di queste cose (ergo psicologo) per capirmi meglio, ma ho sempre lasciato perdere, un po’ perchè sento di non averne così realmente bisogno, un po’ perchè i miei soldi preferisco utilizzarli in un altro modo. Il fatto è che nella vita di tutti i giorni, quando affronto le difficoltà, reagisco in un modo che non mi piace. Se riuscissi a capire come affrontare le mie sicurezze, probabilmente riuscirei ad affrontare le piccole e grandi cavolate quotidiane in un altro modo. Avere accanto una persona che ti vuole BENE sicuramente contribuisce ad alzare l’autostima, ma perché è proprio necessario questo? L’amore non dovrebbe essere legato a una questione egoistica! Ma che domande idiote, è ovvio che è così.

Diciamo che tutti gli anni di psicologia che ho fatto non mi stanno servendo a niente adesso: Freud, ti odio!!!

L’altro giorno ero così arrabbiata anche perché la mia amica/collega, l’unica amica che ho qui dentro, mi ha detto che vuole dare le dimissioni. Premetto che io faccio amicizia con tutti, sono una persona aperta e socievole, ma so anche guardarmi le spalle e qui dentro ho fatto bene a mantenere rapporti di distanza con tutti gli altri. Perché quando mi affeziono e non sono ricambiata mi sento presa un po’ in giro.

Ad ogni modo, lunedi lei era a casa con la febbre e sentendola via sms mi ha comunicato che avrebbe trovato qualcosa di più vicino a casa, un part time con lo stesso stipendio. Doveva solo informarsi sul fatto della mobilità e l’incentivo all’esodo. Ero contenta per lei, che abbia trovato già qualcosa, soprattutto vicino a casa (tra benzina e autostrada spende ben 200 euro al mese), per un lavoro forse più “semplice” ma anche più simile alla sua personalità. Perché qua a lei veniva chiesto più di quello che l’azienda poteva dargli indietro. Sono arrabbiata perché la stanno facendo scappare. Stanno facendo andare via una perla di diamante, una così non la trovano più. Forse non vogliono nemmeno trovarla a questo punto.

Mi è venuto il magone. Sono una che riesce a mantenere i rapporti anche se c’è distanza fisica, ma non averla più nell’ufficio a cinque metri da me mi intristisce. Non andare più a mangiare in mensa insieme, non confidarci più come prima tutti i giorni.. Poi, poi scopriamo che non è così semplice che l’azienda riesca a metterti in mobilità. A lei faceva comodo perché chi l’avrebbe assunta può ottenere sgravi fiscali, invece la procedura è un po’ macchinosa. Adesso sta cercando di mettersi in contatto con la sindacalista per sapere come deve fare e se è vero quello che hanno detto. Certo che se mandi una lettera e parli di mobilità volontaria, sgravi fiscali, incentivo all’esodo e poi non posso farlo, o comunque ci vogliono mesi e mesi, allora mi prendi veramente per il culo!!!

Non parliamo poi del suo lavoro che è direttamente connesso al mio. Se manca il suo io cosa faccio? Chi farà il suo lavoro? Io? Qualche mese fa avrei detto “Beh, imparo una cosa nuova, mi rimbocco le maniche e si fa. È bello evolversi.” Adesso non ho più voglia di fare questo discorso. Mi è passata. Me l’hanno fatta passare. Lei dice che non mi chiederanno mai di prendere il suo posto, e che sarà la nostra responsabile a farlo.

Vedremo. Intanto aspettiamo.

Non sono innamorata ma ho gli occhi a forma di cuore (si lo so che fa rima con amore, e allora?). Vedo cuori dappertutto.

Arcobaleni mi escono dalle orecchie:

Volo come farfalle in prati e salto su nuvole soffici:


Mi ammalerò di diabete lo so. Ma almeno saremo in due.


Stucchevole no?

7/9

Quello che sarebbe piaciuto a me, e a molti miei colleghi, sarebbe stato vedere non dico il Presidente, uomo messo lì per tagliare “i rami secchi”, ma almeno il Direttore, chiamarci in sala riunioni e parlarci a cuore aperto.

NOI SIAMO PERSONE.

Non siamo macchine, trattori, automi. Siamo gente con degli ideali. Alcuni possono essere anche stronzi, approfittatori, ma molti altri sono brave persone, legate al proprio lavoro da una passione che li tiene qui da anni. Non basta. La comunicazione l’ha fatta arrivare via mail l’11 di agosto. Gente che è tornata dalle vacanze e che ha saputo che la SUA agenzia avrebbe chiuso da lì a pochi mesi. Un po’ di rispetto. Abbiamo una dignità. Quello che mi fa più incazzare è che il Direttore in questione cammina per i corridoi come se niente fosse, va alla macchinetta e chiacchiera del più e del meno.

Fa solo che non incontri mai il suo sguardo, altrimenti potrei polverizzarlo.

*aggiornamento* del 11/9

Posto il fatto che sicuramente il tipo sarebbe ben difficile da polverizzare (ci riesco con tanti, ma con tanti no!)…

Ieri è arrivata una nuova e-mail dalla sopracitata persona. Lasciando perdere il preambolo per cose pratiche, ad un certo punto gli è sembrato “doveroso” esprimere il suo pensiero e il suo punto di vista. Prima dice che è certo che tutti noi dipendenti abbiamo a cuore le sorti della NOSTRA azienda, che siamo seri, responsabili, che mettiamo impegno nel nostro lavoro, etc.. poi ci spinge a pensare al futuro, e di come VENDERE SEMPRE DI PIU’. Dice che tutti, nessuno escluso, ha un ruolo importante e che nessuno esiste, lavorativamente parlando, senza l’aiuto e il supporto degli altri. Ci rinnova l’invito “a dare sempre il massimo per migliorare la situazione ed invertire la tendenza ormai da troppo tempo negativa”, ci chiede di metterci in discussione e vedere il lato positivo perché c’è sempre (!!!). ci chiede di tirare fuori tutte le nostre energie, metterci più grinta e lavorare a testa bassa guardando sempre avanti e mai indietro. E per finire: non molliamo.

Ecco, io ieri sono uscita che volevo piangere. Dalla rabbia. Ecco che ancora una volta siamo considerati dei lavoratori, prima che delle persone. Come se la colpa della crisi sia nostra. Come se tutto quello che ci sta piombando addosso sia colpa nostra, che dobbiamo essere noi a risollevare le sorti dell’azienda. E pure del mercato? E una fettina di culo no eh? Sono arrabbiata. Perché queste belle parole da motivatore a me fanno l’effetto contrario. Mi viene da dare le dimissioni domani. Fanculo.

Ho visto “Biancaneve e il Cacciatore” al cinema.
Mi sono piaciute le locations, i costumi (soprattutto quelli della regina), la storia (anche se poteva essere sviluppata in modo più psicologico), gli attori: ottima e super figa Charlize Theron, simpatico il cacciatore ubriacone e super figo anche lui. Se solo la tizia che fa Biancaneve si togliesse quella faccia da Maria Pentita che si ritrova, forse il film avrebbe meritato di più.
Voto: 7+

Ma vogliamo parlare dei protagonisti?

Lei: divina, splendida e anche se il suo personaggio poteva essere ancora più cattivo, l’ho adorata. Ancora mi vengono i brividi per la sua interpretazione in “Monster

Lui non lo conoscevo, non amo il genere di film che fa, ma è il tipo di bellezza che mi piace. E’ quello che si suol dire: il mio tipo. Moro però. Biondo e con le meches non si può guardà.

Va beh, poi c’è lei, facciadamariapentitaeancheunpoaddormentata. Non ho letto i libri della saga di Twilight, nè visto i film. Ha fatto parte di “Into the wild” e l’ho vista nel trailer di “On the road”. Credevo fosse anche in “Donnie Darko”, uno dei miei film preferiti, invece no, non era lei. Boh, forse gli altri vedono in lei ciò che io non vedo.

Anche tu sei l’amore.
Sei di sangue e di terra
come gli altri. Cammini
come chi non si stacca
dalla porta di casa.
Guardi come chi attende
e non vede. Sei terra
che dolora e che tace.
Hai sussulti e stanchezze,
hai parole – cammini
in attesa. L’amore
è il tuo sangue – non altro

Cesare Pavese

Tralascio le motivazioni per le quali i tre giorni di silenzio sono stati cancellati (da me) come con un colpo di spugna. Ricominciamo da capo.

“E voi per mesi e mesi continuate ad alternare momenti in cui siete convinte di adorarlo a momenti in cui vorreste non averlo conosciuto.”

Non vorrei arrivare proprio a questo punto però (e le premesse ci sono tutte). Voglio avere fiducia.

Ringrazio chi si è preoccupato per me e per il mio lavoro. La situazione è ancora sullo status del “non si sa nulla”. La firma al ministero per la CIGS è stata fatta, per orari, tempi e modi, ancora non si sa. Sono proprio adesso in riunione e presso gli uffici l’aria si taglia con il coltello. Ho un brutto presentimento. Credo che il disegno nei nostri confronti sia già stato fatto: chiuderci. Indorandoci la pillola ovviamente. Quello che posso fare io è, lottare affinchè questo non avvenga, ma intanto guardarmi intorno. Mi piange il cuore perchè è un lavoro che mi piace (al giorno d’oggi è difficile trovarlo) e dove sto bene.

Magari non si potesse vivere di solo pane.

delusa

Sono “immancabilmente” arrivata al punto di stare male. Di fustigarmi. Di accusare me stessa che sono io quella sbagliata. Di accusare gli altri che sono tutti stronzi, vigliacchi e bambocci. Di piangere lacrime di rabbia. Quante volte ho detto <<ADESSO BASTA!>>. Non imparo mai. Ma li trovo tutti io? Li farò scappare a gambe levate, questa è la risposta. E poi mi si dice che non devo cambiare, che vado bene così, che non mi devo scusare. Infatti io sono me stessa. Posso smussare alcuni miei comportamenti e ultimamente l’ho fatto un sacco di volte, ma se uno scappa, non sarò di certo io a rincorrerlo. Sono arrabbiata. Arrabbiata e delusa perché mi aspetto sempre troppo dagli altri. Dipendo dagli altri. Potete non essere così vigliacchi? Comodo scappare senza dare spiegazioni. Comodo non farsi sentire da tre giorni quando sai che è proprio il momento in cui avrei bisogno di te. Mi hai lasciata abbracciandomi e dicendomi “Sei preoccupata? Dai topa, vedrai che tutto si sistemerà”. Parlava del mio lavoro. L’altra sera c’è stata un’assemblea sindacale, fra poco entriamo in cassa integrazione. Chiuderanno ben 15 punti vendita su 50. Siamo nella merda. Ecco a cosa devo pensare ora: non alle stronzate di un bamboccio vigliacco. Cerco di tenermi il mio lavoro che mi piace, se vedo che le cose si mettono male, ahimè, inizierò a guardarmi intorno.

Sono delusa, si. Dalle persone e dalla mia azienda. Ci manca solo che mi deludano anche i miei genitori poi sono a posto.

Invece

Invece di chiedermi sempre se tengo a te
dimmi che tieni a me

Invece di chiedermi se ti voglio bene
dimmi che mi vuoi bene

Invece di chiedermi se ti voglio
dimmi che mi vuoi

Invece di chiedermi se sei solo mio
dimmi che vuoi che io sia solo tua

Più difficile di quel che pensassi:

  • arrivare in orario all’andata (4 ore di ritardo)
  • avere il mio volo del ritorno
  • impiegarci meno di 16 ore a tornare in auto
  • non sentire la spossatezza in giro per le città
  • riuscire a fotografare i vecchietti fuori dalla loro porta

Su questo ultimo punto spendo qualche parola in più, dato che ne avevo parlato nel mio penultimo post. Il mio ultimo giorno di permanenza rimango al paese evitando la spiaggia per andare, verso le 18, a cercare di fare qualche foto. Al tezo “no”, demoralizzata, indispettita, e altre mille emozioni negative, torno dalla nonna sconsolata. Eppure Henri Cartier Bresson in tutti quei viaggi che ha fatto, con una lingua che non era la sua.. come ha fatto a convincere la gente anziana a farsi fotografare? Qualche idea ce l’ho. Ad ogni modo, quando mia mamma rientra dal mare, mi dice “stasera ti porto da chi so io!”. Così dopo cena ci avviamo ed effettivamente la gente seduta fuori è molta di più, ma illuminata dalle luci dei lampioni, e io sono senza cavalletto. Ottengo qualche foto, le pose e i visi di queste persone sono splendidi. Lavorerò un po’ più con camera raw. Giuro che se vengono bene qualcuna la pubblico.

Per il resto.. tutte le volte che torno “giù” è una emozione splendida.. mille emozioni, che terrò solo per me ancora per un po’.

Ore 23,09

Lui “Che fai, dormi?”

Io “Ciao! No, sono sveglia, mi sono appena lavata i denti”

Lui “Allora aprimi và! ;)”

Mi affaccio al balcone ed era lì, bello come il sole. La mia faccia da ebete: O_O

E il mio cuore ha cominciato a fare pum pum pum.

agosto?

Luglio col bene che ti voglio vedrai non finirà, ia ia ia ia..
(o era ahi ahiaia ihaiii?)

Ops! E’ già finito! E venerdì è il mio ultimo giorno prima delle ferie. Domenica prendo un aereo che mi porterà nell’isola che mi scorre nelle vene. Vado a trovare nonna. Da quando a dicembre se ne è andata la bisnonna, è rimasta completamente da sola. Poi quest’anno ho in mente un progetto fotografico particolare, niente di nuovo o di mai visto, ma vorrei cimentarmi a fotografare gli anziani del paese. Dato che al corso di fotografia (di cui parlo qui) ci hanno insegnato a chiedere alle persone di essere fotografate, voglio provare a fare dei bianco e nero un po’ retrò. Chissà!

Eh già. Fotografare “di sgamo” una persona è peggio che fotografarla in posa. Questo ci ha insegnato il maestro di fotografia. Credendo di poter immortalare la persona in una espressione spontanea si fa tutto il contrario. Invece chiedere a una persona di mettersi in posa dà modo di interagire con lei, di creare un rapporto di complicità, mettendola a suo agio. Più la persona sarà a suo agio, più cercherà di essere sè stessa anche in una foto “impostata”. L’insegnante ci ha fatto vedere degli esempi di fotografie “vecchie” quando ancora per impressionare la carta fotografica ci voleva molto tempo e si doveva per forza far rimanere fermo il soggetto. Quelle foto erano strabilianti. La postura del soggetto, il modo di mettere le mani, le gambe, l’espressione del viso, dicevano molto di più della SUA personalità di quanto uno non si potesse immaginare. E questo concetto voglio farlo mio, perchè secondo me imparare a fare foto è anche essere un po’ psicologi.

Com’è che ho divagato così? Boh.. sarà il caldo!

Quanto si capisce di questa coppia dalla loro posa? Ho preso il primo fotografo che mi è capitato eh.. adoro!

Non vedo l’ora di riaverti nel mio letto
Sentire la tua passione
I tuoi sospiri e le tue mani che mi stringono
fino a farmi male
Sentirti dentro e sentirti mioImmagine

Ogni mio pensiero mi riconduce a te

Il tuo sguardo intrigante

Le tue mani che sfiorano la mia schiena

I tuoi baci che accarezzano le mie labbra

E il tuo cuore che accarezza la mia mente

I miei tre giorni a Roma sono stati splendidi. Caldi, bollenti e afosi ma splendidi. Adoro la mia migliore amica. Perchè è buona, generosa, calma, simpatica e soprattutto non è una spaccamaroni. Infatti ci compensiamo.
Il concerto dei Cure è stato fantastico. Ho pianto lacrime grosse come pioggia per “Picture of You”. Non me ne fregava una cippa del caldo e del fatto che eravamo tutti ammassati. Tre fantastiche ore. Robert Smith è un adorabile ciccione. Alla mia sinistra avevo un ragazzo australiano con barbetta rossiccia. Una ragazza norvegese ad un certo punto si piazza alla mia destra e inizia a ballarmi addosso tutta sudaticcia. Balla, si dimena e fuma sigarette. E’ fradicia. Vedo che si china e.. si, avete capito bene, mi vomita di fianco. All’improvviso si apre un varco attorno a lei stile Mosè. Poveretta. Le tengo la testa e le asciugo la fronte con dei fazzoletti. Le strappo dalle mani persino la sigaretta. Lei continua a ripetere a tutti “I’m sorry! I’m sorry!”. Le offro una bustina di zucchero, glie la infilo dentro la sua bottiglietta che fortunatamente ha ancora due dita d’acqua. Non si fidava (in effetti poteva essere qualsiasi cosa, tipo la droga dello stupro, eh?!), ma alla fine la beve. Mi dice: “In Norway we have cold, in Italy you have hot!” Annuisco per compassione facendole credere che è per quello che sei stata male, tesor, non perchè hai bevuto un tantino di alcool.. Rimane altri 5 minutii e come è arrivata, se ne va. Il concerto finisce con “Boys don’t cry” versione più lenta. Ok. Finito. Sorriso ebete spiaccicato in faccia. Sono le 00,30. Andiamo verso i banchetti delle magliette: fanno cagare. Prendiamo una bottiglietta d’acqua e ci dirigiamo verso l’uscita. Sentiamo musica bella provenire da una specie di area adibita a discoteca e balliamo e guardiamo gli altri ballare per un po’. Verso la 1,30 ci avviamo veramente verso l’uscita. Come torniamo in albergo? Sembra che non ci siano navette, nè bus notturni. Dai, siamo a Roma.. Roma Capitale. Niente. Ci aggreghiamo agli altri disperati e troviamo l’australiano di prima. Ciao! Iniziamo un tour de force a chi riesce a prendere la linea con una delle mille compagnie di taxi. Se riusciamo a prendere la linea e questa non cade, la compagnia non ha taxi a disposizione. Niente. Dopo mille telefonate a vuoto mi piazzo in mezzo alla strada e fermo tutte le auto bianche che vedo. La perseveranza paga così io, la mia amica e il tipo australiano saliamo, lasciando di stucco tutti gli altri. Prima di chiudere la portiera l’australiano si rivolge ad altri ragazzi che erano vicino a noi urlandogli “Good luck!”. La corsa in taxi finisce con trenta euro in meno nel nostro portafoglio e io che maledico la mia poca capacità di comprendere e parlare inglese seppur ho vissuto all’estero. Grrr.
La sera dopo ci incontriamo con un ragazzo che la mia amica ha conosciuto quando aveva 15 anni e lavorava in riviera romagnola. Lui e il cugino ci vengono a prendere sotto la sede del Messaggero con una Punto azzurra (è come la mia!). Ci dirigiamo verso Villa Borghese quando, quasi arrivati la macchina si spegne improvvisamente. Proviamo a spingerla ma niente, non parte. La “parcheggiamo” come possiamo, il cugino chiama il carro attrezzi e mentre lo aspettiamo saliamo al Pincio. Lo spettacolo è bellissimo e c’è una bella arietta. Ma come mai lì su non c’è nemmeno un chioschetto dove poter prendere una birra? :( Il carro attrezzi arriva e saliamo tutti e quattro davanti. C’è un caldo allucinante, così il ragazzo, al quale ho sfracassato i maroni perchè volevo che mi dicesse i nomi di tutti i monumenti e le piazze dove passavamo, accende l’aria condizionata. Arriviamo al nostro albergho ibernate. Dai, è stata una serata alternativa in fin dei conti… Ho portato la reflex, si. Ultimamente però quando viaggio, non ho voglia di fare le classiche foto ai monumenti (che palle!), avendo poi ho un occhio particolare per le cose strane, è venuto fuori un album originale. Ci sono le insegne delle vie particolari, una sposa giapponese, un tipo che per raccattare qualche soldo palleggia al semaforo, la Brambilla davanti al Parlamento (ho visto anche la Fornero, pesantemente insultata da una signora), una cinquecento vecchia gialla con su scritto taxi NYC, una tipa agghindatissima che aspettava i clienti davanti una gelateria, un prete al cellulare sul treno, la Punto sul carro attrezzi, la mia amica davanti al negozio di Dior, un cameraman che alla manifestazione “di dissenzio” (giuro che sul volantino c’era scritto così), portava la maschera di V per Vendetta, il gelato di Grom, … Si, sono statti tre giorni splendidi. Avrei voluto resettare il cervello, purtroppo al rientro in treno, momento di sconforto e lacrime sotto gli occhiali da sole. E va beh, non si può avere tutto dalla vita.

Questa settimana il tizio ha scritto pochissimo su fb, e nel weekend non l’ho incontrato. E’ un bene perchè questo mi aiuta a non farmi paranoie inutili. Domani mattina presto io e la mia migliore amica prendiamo il Frecciargento e andiamo a Roma. Andremo a vedere i Cure, il nostro gruppo preferito. Staremo due notti, per gironzolare un po’ per la città, speriamo non ci sia troppo caldo (si, contaci). Me la porto la reflex?

Fortunatamente non ho mai avuto a che fare con la malattia, quella vera. In famiglia piccoli acciacchi (dai 20 ai 30 sono stata un po’ sfigata ma fondamentalmente niente di grave). L’anno scorso a mio zio hanno diagnosticato un tumore. È il fratello più grande di mio papà, si tolgono ben 17 anni, ma è ancora arzillo, in forma e lucido. Ha una predilezione per me. Non so perchè, ma tutte le volte che ci vediamo vuole sempre stare con me. È una persona piacevole, ci si parla bene e ha un sacco di aneddoti da raccontare. Inoltre ascolta. Ed è quello il bello di lui. Da quando mi han dato la notizia tutte le volte che pensavo a lui mi veniva l’angoscia. Abita a circa 200 km da me, quindi non possiamo vederci certamente tutti i giorni. Questa settimana ero in ferie poichè sarei dovuta andare a vedere i Radiohead e poi i Cure. Hanno cancellato il concerto dei primi, così ne ho approfittato per andare a trovare lo zio, certa di fargli piacere. Quando sono arrivata però, ho trovato una persona si, provata fisicamente (i capelli sono caduti, è dimagrito un sacco), ma comunque ancora lucida e “attiva”. Non è andata come mi aspettavo. Ho provato a parlare di me, delle mie passioni, delle cose che faccio, del lavoro, ma ho trovato una persona piuttosto assente e rassegnata. Lo so, cosa potevo pretendere, è normale.. anzi, forse lui sta anche reagendo bene. Eravamo al supermercato su una panchina che stavamo aspettando la zia che facesse la spesa, quando ha inziato a parlare della malattia: dell’asportazione della vescica, dell’uretra, della trombosi alla gamba destra, e della metastasi che è arrivata fino ai polmoni. E mentre diceva “aspetto la fine” mi stava venendo da piangere.. avrei voluto abbracciarlo forte, invece tutto quello che ho saputo fare è stato cercare di tirare indietro le lacrime e non farmi vedere giù.. sono rimasta un giorno e una notte e me ne sono andata con un senso di impotenza enorme.

Ci sono cascata ancora. Mi sono sentita provocata e ho reagito. E lui* di tutta risposta mi ha detto che certe scenette me le potevo evitare, che mi sono comportata da 14enne, che non gli importa di quello che faccio, che sono l’ultimo dei suoi pensieri, ma che mi vuole bene e di non fargli passare la stima che gli è rimasta per me..
Mi vergogno così tanto sia per il mio comportamento sia per come sto reagendo a tutto questo che vorrei sotterrarmi per un po’.

*lui è quello troppo diverso da me la cui storia “non potrebbe mai funzionare”

Ieri sera sono andata nella città del mio ex moroso (quello dei 7 anni), che dista 50 km dal mio paesello. Sono andata con la mia ex coinquilina a vedere un concerto di una tizia che omaggiava questi tipi qui. Ero quasi sicura di incontrarlo, poichè una delle cose che ci accomunava era ovviamente la musica (e meno male).
E infatti a un certo punto lo vedo arrivare… CON UNA.
Ma non era una qualsiasi. È una del mio paese. È una che io non avevo mai visto prima di qualche anno fa quando loro due, per passione comune della musica dark, si erano conosciuti su fb. In 7 anni si scherza, io quando vedevo un bel ragazzo facevo i commenti, e lui lo faceva alle belle ragazze. Certo, mi dava un po’ fastidio che fosse diventato amico di questa su fb, anche perchè ogni tanto se ne usciva con degli apprezzamenti, però dato che io ho più amici maschi che femmine, e non potendo pretendere chissà cosa, non ci ho dato molto peso.
In questi mesi ho avuto dei grossissimi sesti sensi. Anche settimi e ottavi. Per esempio quando sono andata a Parigi con lo stronzetto ero già lì che mi facevo le paranoie e ci ho beccato.
Ultimamente ho sentito questo mio ex per chiedergli delle cose riguardo a dei documenti sulla casa, diciamo che siamo rimasti in buoni rapporti. Ovviamente mi sono chiesta se si frequentasse con qualcuno, penso sia normale, pura curiosità. E ho anche pensato “pensa se si lascia con una di paesemilianosottoilivellodelmare (che prima di stare con me non aveva nemmeno sentito nominare) e si mette con una di paesemilianosottoilivellodelmare!”. Ieri quando li ho visti insieme ho fatto uno di quei sorrisetti che dicevano più di mille parole. Avevo scritto in faccia “MA GUARDA UN PO’!”. Prima che iniziasse il concerto sono andata là a salutarli. Lui era stupito di vedermi a 50 km da casa mia, lei mi guardava malissimo. Anche perchè io questa (di un anno in più di me) a paesemilianosottoilivellodelmare dove ci conosciamo tutti non l’ho mai vista nè alle medie, nè alle superiori, nè nei posti che si frequentano di norma. Si è pure presentata con arroganza e io ho sfoggiato uno dei miei più enormi sorrisi sopra la faccia da culo che mai potessi fare. Certo, non ho nessun diritto su di lui. Lui si può fare la sua vita con chi vuole, magari non stavano nemmeno insieme ma uscivano e basta, ma certamente mi viene da dire che con tutte quelle che ci sono al mondo proprio con una di paesemilianosottoilivellodelmare ti dovevi mettere? Va beh, auguri e figli maschi.

Io sono quella
delle mani intrecciate tra la folla
dei sorrisi complici
delle scenate di gelosia
dell’amicizia fisica
dell’amicizia vera
dei balli sfrenati
della passione in tutti i sensi
dei pianti improvvisi
dei bronci
del ti dò tutto se anche tu mi dai tutto
del finto orgoglio
delle spiegazioni infinite
dei basta che non mi entrano in testa
del voler vivere
della solitudine
della musica e del cinema che conta qualcosa
della scoperta
dei ricordi
dei viaggi
degli abbracci
degli sguardi che valgono più di mille parole
dell’amore per gli animali
dell’amore che ho per la vita
dell’amore che non so cos’è

Grazie a cometainstabile che mi ha dato il “la” per scrivere questa cosa. E mentre la scrivevo mi è venuto il magone, ma ne avevo bisogno.

“A me piacciono troppe cose e io mi trovo sempre confuso e impegolato a correre da una stella cadente all’altra finchè non precipito. Questa è la notte e quel che ti combina. Non avevo niente da offrire a nessuno eccetto la mia stessa confusione.” (J. Kerouac)

Chiodo schiaccia chiodo. E lui ci ha visti andare via insieme. E il messaggio che mi ha poi mandato se l’è studiato bene. Sono andata sotto casa sua, minuti interminabili (un’ora dove ho rischiato di pisciarmi addosso) a pensare se chiamarlo giù o no. Poi mi sono detta “la devi smettere”, sono rinsavita e sono tornata a casa, perdendomi nella nebbia di questa alba delle 5,30 di mattina. Non mi sono pentita di quello che ho fatto ma ovviamente mi è rimasto l’amaro in bocca.

Era da tanto che non cancellavo un post alla 20esima riga. Non è importante spiegare il perchè e il per come (ce ne sarebbe da raccontare), sta di fatto che ieri sera era lì, sudaticcio, capello raccolto, che mi chiamava con un soprannome strambo (e lo fa solo lui) e io pensavo a quanto avrei voluto saltargli addosso.

Torno a casa e vedo che commenta una mia foto di Shining con la frase “Il mattino ha l’oro in bocca”. Per lo meno con questo qui, dopo aver fatto sesso saprei di cosa parlare…

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Pensavo che la mia soglia del dolore fosse molto bassa. Infatti a novembre, quando ho fatto il mio primo tatuaggio, fui sgridata perchè facevo le bizze: “In mezz’ora avevamo finito, invece sono già 50 minuti e siamo ancora qui”. Invece so sopportare. Forse perchè mi mancano altri stimoli e quel che riesco a fare adesso è martoriarmi. La smetto? Mi guardo da fuori, come farebbe un’amica (e lo fanno, ah! se lo fanno..) e continuo a ripetermi che devo lasciare perdere. Ieri è stata l’ennesima prova. Come devo capirlo? Cosa deve succedere perchè io vada avanti?

ImmagineIl corso di fotografica è finito, il livello 3 inizia in autunno. Il mio amato/odiato teatro pure, se ne parla a settembre. Le feste in previsione per questi giorni sono state tutte annullate per il terremoto. Alcune zone non sono agibili, in altre ci sono le tende, altri hanno pensato non fosse il caso.

Ho bisogno di appigliarmi a qualcosa. Forse posso farmi un altro tatuaggio.
Dolore ammazza dolore.

Predico bene e razzolo male. Se non ci sbatto la testa contro il muro fino a fracassarmela non lo capisco. Non voglio essere vittima del chiodo scaccia chiodo. Datemi delle badilate sui denti. Resisti. È solo l’idea che mi manca. Dovevo seguire il mio istinto. Perchè???

“Lo sanno anche i muri che mi sono innamorato di te.

Anche se ascolti musica di merda.”

Per la cronaca, la musica di merda che ascolto è questa.

E durante tutto quel giorno gli ho fatto ascoltare loro.

E poi, da uno che non sa neanche chi sia Kubrick non posso accettarlo.

Avevo paura che il weekend sarebbe stato una palla, perchè le premesse del sabato pomeriggio erano veramente nefaste. In paranoia sul letto a vedere che mi ignorava se pur avesse lo status verde. Ma i programmi erano definiti: sarei andata a ballare con la mia amica, sarei rimasta a dormire da lei e il giorno dopo saremmo andate insieme a una festa di beneficenza per raccogliere fondi e roba per i nostri vicini di casa vittime del terremoto.

A proposito, stanotte c’è stata un’altra scossa. Tutto ciò sembra veramente surreale e assurdo.

Invece il weekend è andato benissimo, ci siamo divertite, abbiamo parlato, cenato, ballato, bevuto, fatto le idiote come i vecchi tempi (quest’inverno) e ho ritrovato il sorriso. Eccomi qui! Io sono questa! Sono andata a rileggermi un suo vecchio messaggio che recita “Sono rimasto un po’ così… Quando ti ho conosciuta eri un pozzo di emozioni, eri carica ed entusiasmante. Ti ho goduta come poche persone. Poi ultimamente ho cominciato a vederti musona, triste e dubbiosa, scarica. Io so che sei una donna eccezionale. A me piaceva lei.. ciò non toglie che ti voglio un bene dell’anima: non lo smentirò mai! Mi dispiace vederti così, non sei una donna carina col muso…”
Tralascio quindi le mie “giustificazioni” o spiegazioni del perchè ultimamente ero un po’ sottotono, coinquilina nuova da trovare, spettacolo con personaggio difficile da preparare, corso di fotografia da frequentare e prove da effettuare, sindromi premestruali sempre più pesanti.. insomma la vita di una ragazza normale. Ma dico io, IO NON SONO PERFETTA e non lo voglio essere. Mi sembra così assurdo e infantile fermarsi al primo ostacolo. E lui? Lui che mi aveva preso per sfinimento? Lui che era la persona più lontana da me in tutto? Io ho avuto la capacità di non fermarmi alle apparenze, DI ANDARE OLTRE. Ma forse ho sbagliato. Le differenze ci sono e come dice lui, non sono perchè io sono vegetariana e lui carnivoro o perchè io sono di sinistra e lui di destra. Va bene. Ne prendo atto.
E quindi passi questo weekend allegro e spensierato e ti torna il sorriso, torni la pazzerella e stupidotta di una volta. Lui ti chiede come stai e alla risposta “Direi bene” lui abbozza un “Allora felice io”. Da volerlo strozzare con le mie mani.
Stamattina la mia collega/amica mi ha detto “Tu sei in grado di essere serena e felice, continua così”. E così farò.

Questo è lui, che da “orsetto” si è trasformato in orso. Fai ciao ciao con la maninaaaaaa!!!

Adesso basta.
Lo so che devo vivermi il mio “piccolo lutto” e questione di poco tempo tutto passa.
E il fatto che persone vicino a me stanno peggio – successivamente al terremoto han perso la casa, o la loro casa è inagibile e dormonon in tenda, io in questo caso sono stata molto fortunata – e riesca a pensare alle mie stronzate, mi fa sentire una merda.
Quindi devo solo prendere coraggio e dire basta. Non mi devo attaccare al fatto che mi sono affezionata, che con lui stavo bene, che un po’ ci avevo creduto, ma a questo: fisicamente non mi piaceva poi molto, era un fascista del cazzo, troppi muscoli, ascoltava musica di merda, etc.. credo che basti e avanzi.
La verità è che vorrei vederlo strisciare ai miei piedi. Già. Come quell’altro. Che prima mi rimbambisce di parole su quanto sia stato bello tra di noi ma che purtroppo si sentiva stretto (mica ti ho chiesto di sposarmi domani!) e poi torna dalla sua ex. Ci ho sprecato fin troppe parole. Sto dando a tutto ciò troppa importanza. Lo so.
L’ennesima persona mi ha detto che sono più bella quando rido e che quando ho il broncio divento una faccia da culo. Nessuno si merita le mie lacrime. Passerààà prima o poiiiii.. (chi la cantava?) Speriamo prima che poi, perchè mi sono rotta il cazzo.
Certo, quante volte il mio primo desiderio era quello di divertimi (ergo: una scopata e via)? Dicono che ho la fila davanti alla porta? L’ultima persona che ha suonato voleva vendermi il FOLLETTO…

“Pensavo fosse amore.. invece era sta minchia”
cit. la mia ex-ex-ex coinquilina Valentina

Sembra che negli ultimi 6 mesi la mia vita sia stata spezzettata a blocchi. Anno nuovo vita nuova: lascio la persona con cui stavo da 7 anni e mezzo. Prendo una sbandata involontaria (ma reciproca) per una persona con cui vivo una storia così passionale e intensa che come è iniziata, è anche finita. Nel mentre trovo una coinquilina che purtroppo rimarrà solo tre mesi. A metà marzo non ho nemmeno il tempo di soffrire e darmi della cretina che cedo alle avance di quella che è la persona più lontana da me in assoluto: fisicamente, politicamente, musicalmente e chi più ne ha più ne metta. Come si dice: gli opposti si attraggono? Poi, vuoi per le differenze, vuoi per delle stronzate (che ancora faccio fatica a capire), finisce anche questa. Subito dopo avviene il cambio di coinquiline.
Adesso mi sento un po’ vuota. Non credo di essere pronta per ricominciare, ma devo farlo. Non voglio un altro “blocco”, vorrei che tutto avesse un filo logico. Purtroppo mi aspetto troppo dalle persone. Me lo dicono tutti. Devo pensare più a me. Devo fare quello che mi ero prefissata a gennaio. E’ difficile. Ridendo e scherzando sono 8 anni che non sto completamente sola. A me piace star da sola. Mi piace la mia libertà (che mi sono comunque sempre presa). Mi piace farmi i fatti miei e non dover rendere conto a nessuno. Ma in questo momento il vuoto predomina un po’ tutto. Lo so che sono una persona con mille interessi, amici che mi vogliono bene e non rimarrò mai da sola, ma in questi momenti faccio fatica a tornare la persona allegra e spensierata che mi reputo.

“Lo so che facendo così ogni giorno perdo un pezzetto di te.”

Ecco, vedi di non tagliarmi, tritarmi, masticarmi, e digerirmi come un pezzo di carne.

In questi mesi è successo di tutto. Mi sono dedicata a quello che mi piaceva fare anche se non come avrei voluto. La “colpa” è stata di una storia talmente passionale, talmente potente, che mi ha trascinata via come fa la corrente del Po con i pezzi di legno. Così come è iniziata, tutto d’un botto, è anche finita. Soffrendo come una adolescente alla sua prima delusione d’amore mi sono rialzata in piedi. Altro giro, altro regalo. Prima sei l’inseguito, adesso l’inseguitore. Ma non è così semplice. Basta aspettative. Basta pensare di essere al centro del mondo di qualcuno. Perché non sarà mai così, è ora che me lo metta in testa. Dentro di me è come un terremoto, giusto per rimanere in tema sulla scossa di sabato notte. Quello che non riesco a capire è perché quando inizio a provare qualcosa, questo debba inevitabilmente finire.

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